In questo momento si stanno verificando migliaia di conversazioni. Sui social media, sui blog, sui forum e su ogni spazio web possibile e immaginabile dove possa esserci un luogo di incontro virtuale e la possibilità di dialogo. Le aziende lo sanno, ma hanno ancora fretta di mostrare chi sono, ciò che vorrebbero vendere al pubblico e spesso senza troppe intenzioni di evolversi, così non si concentrano sulla creazione di rapporti umani e di valori autentici con i clienti. Questo porta, conseguentemente, a trascurare gli utenti che arrivano dal web e che potrebbero affezionarsi ai brand.
Dedicandosi alla propria comunità online, invece, si riesce a migliorare il rapporto tra il business e le persone: dare importanza a questo legame significa perfezionare la reputazione aziendale e agevolare la richiesta di prodotti e servizi da parte del pubblico. Per rispondere a questa esigenza, nel mercato sempre più emergente, c’è il community manager, che ha proprio il compito di supervisionare e gestire la relazione tra un’azienda e gli utenti, sempre pronto a prestarsi come connessione bilaterale.
Effettua ricerche per capire rapidamente gli argomenti che ruotano intorno al brand e valutarne, dove possibile, l’origine; scopre i comportamenti e gli interessi degli utenti coinvolti; ascolta attentamente ciò che viene espresso in merito all’azienda; analizza ogni aspetto di queste ricerche nel loro complesso e nel dettaglio; elabora i contenuti confrontandosi con il team marketing dell’impresa, perché diventino sempre più profilati; coinvolge il pubblico nei vari spazi online adibiti al dialogo. E si ricomincia daccapo.
La percentuale maggiore di successo (circa l’87%) lo avremo con la cura dei nostri utenti e proponendogli contenuti profilati; seguire solo una strategia di contenuti ci porterà al massimo un 55% di crescita (che se non sarà supportata dalla fidelizzazione, tenderà a scendere); ostinarsi a pensare a ciò che piace all’azienda, pubblicizzarsi come leader del settore, lanciare contenuti poco interessanti e palesemente incentrati sulla vendita, non porterà molti nuovi risultati (con un massimo del 13%).
La decisione su come agire, ora, spetta a te! 😉
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